La nostra Associazione, costituita nel 2004 da alcuni amici che hanno vissuto diverse esperienze di volontariato in Guatemala e in El Salvador, sostiene attualmente vari progetti in questi paesi a favore dell’infanzia e delle persone in stato di povertà, malattia ed emarginazione sociale.
Ecco di seguito una rapida panoramica dei progetti che ci vedono attualmente coinvolti attivamente nella nostra opera di volontariato :
In GUATEMALA:
– a El Naranjo Frontera (dipartimento del Petén) : clinica dei ‘Promotori di Salute’ e borse di studio per giovani studenti universitari
– a Mixco (dipartimento di Città del Guatemala) : sostegni a distanza e microprogetti in aiuto dell’ ‘Hogar del Niño Nuestra Señora Consoladora del Carpinello‘ (collegio ed orfanotrofio per bambini da 3 a 12 anni) e del ‘Centro Vocacional San Josè‘ (collegio ed orfanotrofio per ragazzi dai 12 anni, con scuola di avviamento professionale)
– a Sumpango (dipartimento di Sacatepequez) : sostegni a distanza e microprogetti in aiuto dell’ ‘Hogar Madre Anna Vitiello‘ (collegio ed orfanotrofio per bambini e bambine affetti dal virus HIV e da altre gravi malattie)
– a Cuilapa (dipartimento di Santa Rosa) : sostegni a distanza e microprogetti in aiuto dell’ ‘Hogar de la Niña Santa Rosa de Lima Las Americas‘ (collegio ed orfanotrofio per bambine da 3 a 15 anni)
– a Coban (dipartimento di Alta Verapaz) : sostegno della clinica di salute all’interno della ‘Comunidad Esperanza‘ (collegio ed orfanotrofio per bambini e ragazzi da 3 a 18 anni)
– a El Bosque – Santa Cruz Naranjo (dipartimento di Santa Rosa) : sostegno della cooperativa ‘La Nueva Esperanza‘ in collaborazione ed in aiuto al progetto di Shadhilly (coltivazione e vendita equo-solidale del caffè d’altura del Guatemala)
In EL SALVADOR:
– a Santa Ana (dipartimento di Santa Ana) : sostegni a distanza e microprogetti in aiuto dell’ ‘Hogar Santa Ana‘ (collegio per bambini e ragazzi da 3 a 15 anni)
STORIA DEI FONDATORI DEGLI ‘HOGARES’
Gli ‘hogares’ di Sumpango, di Cuilapa, di Mixco e di Santa Ana sono stati fondati da Madre Anna Vitiello e Padre Arturo D’Onofrio, di cui riportiamo alcune brevi note biografiche.
Padre Arturo D’Onofrio
Apostolo della Gioventù
La sua ispirazione:
“Lasciate che i bimbi vengano a me”
Il suo motto programmatico:
“Amare e far amare Gesù, la Chiesa,
il Papa, le anime, con Maria,
per Maria e in Maria.”
Parlare di Padre Arturo significa parlare di un uomo di Dio che seppe farsi dono generoso per i fratelli bisognosi, specialmente per i fanciulli poveri, orfani e abbandonati. La sua azione si inserisce nel messaggio vivo della Divina Redenzione che tutto e tutti redime.
Facendo un salto nel tempo fino all’ 8 agosto 1914, ci riportiamo alla nascita del fondatore, ai suoi genitori Luigi e Chiara Fusco, nonché ai suoi fratelli Pietro, Angelo e Maria, nel verdeggiante paese di Visciano in provincia di Napoli. Una sensibilità precoce caratterizzò la sua infanzia e gli fece sorgere il desiderio di trovare posto nel Seminario Vescovile di Nola. Nel suo animo adolescente si cominciarono successivamente ad avvertire i primi fremiti missionari che gli ispirarono di passare al Pontificio Istituto Missioni Estere di Milano. Ma non ci fu disponibilità da parte della sua salute; furono proprio ragioni fisiche che lo obbligarono, su preciso parere dei medici, a desistere dal sogno di avviarsi per il Sacerdozio in terra di missioni. Non mancarono in quel frangente braccia paterne ad accoglierlo. Con animo aperto il seminarista si sentì confortato e accolto da Monsignor Egisto Melchiori, Vescovo di Tortona, già vescovo di Nola, che aveva avuto l’opportunità di incontrare ed apprezzare il giovane Arturo. La sua permanenza a Tortona valse a confermare i suoi orientamenti spirituali, attraverso i contatti molteplici con alcuni grandi apostoli di quel momento. Ebbe l’opportunità di conoscere di persona San Luigi Orione; più volte visitò i luoghi di San Giovanni Bosco, dal quale trasse l’amore per la gioventù. Don Calabria, oggi santo, fu la sua guida spirituale e fu anche il primo ad incoraggiarlo nella realizzazione del sogno apostolico di aiutare i ragazzi bisognosi delle regioni meridionali, dove emergeva più forte il bisogno. Alla sua ordinazione sacerdotale, avvenuta il 12 marzo 1938, nel Santuario del Sacro Cuore di Stazzano (AL), fece partecipe dei suoi propositi il Vescovo Mons. Melchiori, che pensò di trovarsi davanti ad una bella illusione giovanile. Padre Arturo chiese, allora, al suo Vescovo un periodo di riposo nel suo paese natio. Nel contempo chiese al Signore “un segno della sua volontà” perché, travolto dalle esistenze in frantumi di tantissimi ragazzi, orfani della guerra, sentiva l’urgenza d’iniziare la sua opera e allo stesso tempo non voleva, in nessun modo, disubbidire al suo Superiore.
Il segno arrivò: i tedeschi nella loro ritirata, con la “linea gotica”, divisero l’Italia in due parti, così Padre Arturo non potè più ritornare a Tortona. Fu in quel Natale 1943 che sbocciò la Piccola Opera della Redenzione e la sua casa paterna si aprì al primo bambino assetato di famiglia e di cure. Fu il primo di una schiera interminabile, sparsa in tante nazioni e che nel corso degli anni ha trovato posto nella grande famiglia disegnata dalla Provvidenza. Già dai suoi inizi l’opera fu affidata alla materna protezione della Vergine Consolatrice del Carpinello, titolo con il quale la Madonna viene venerata, da vari secoli, a Visciano; infatti la fervente devozione di Padre Arturo verso la Madre Celeste ha fatto sì che essa divenisse la guida del suo operato. Così, grazie al dono del primo appezzamento di terra (donato a Padre Arturo da Mons. Camerlengo, vescovo di Nola), iniziò la costruzione del Villaggio del Fanciullo che fu inaugurato nel novembre 1949 : un focolaio d’amore che fu costruito grazie alla prodigiosa “Marcia delle Pietre”, un pellegrinaggio d’amore e penitenza, promosso da Padre Arturo, attraverso il quale furono portate le pietre di tufo a piedi da Schiava (a circa 5 chilometri da Visciano), per la costruzione del Villaggio. Ogni volta che Padre Arturo costruiva un nuovo istituto a Visciano, le pietre cominciavano a “camminare”, un segno d’amore che si ripetè per ben 14 volte lungo questi anni. Pochi anni dopo sorsero in vari paesi della Campania altri istituti che accoglievano i più bisognosi (bambini, giovani, diversamente abili, anziani….), che si sono trasformati in segno della Divina Provvidenza.
Padre Arturo si accorse che, perché questo seme d’amore potesse germogliare, aveva bisogno dell’impegno di anime devote che dedicassero la propria vita al servizio dei fratelli. Guidato, quindi, dallo Spirito Santo fondò due Congregazioni Religiose : le Piccole Apostole della Redenzione (1948) e i Missionari della Divina Redenzione (1954). Lo Spirito Santo continuò a guidare Padre Arturo ispirandolo perché l’Opera divenisse Missionaria, infatti nel 1971 partirono i primi missionari verso la Colombia dove ora centinaia di bambini, di giovani, di anziani bisognosi, vengono accolti dalle suore e dai missionari. Pochi anni dopo anche il Guatemala, El Salvador, l’India, il Messico, il Perù e il Costa Rica sono stati visitati dalla Provvidenza. Il 3 novembre 2006 il Padre Celeste gli ha voluto aprire le porte del suo regno glorioso, dove ora gode delle beatitudini eterne, del premio eterno che si è meritato, con una vita santa interamente dedicata all’annuncio della Divina Redenzione a tutte le genti e in particolare alla gioventù più povera ed abbandonata.
Madre Anna Vitiello
La sua ispirazione:
“Qualunque cosa farete a uno di questi piccoli, l’avrete fatta a Me” (Mt 25,40)
Il 19 Marzo 1904 nacque a Torre del Greco Anna Vitiello, da una famiglia semplice benchè agiata, di vita religiosa praticante.
Fu l’ottava di dieci figli, si distinse per la sua assiduità a scuola, per lo studio della matematica, per la sua vivacità nel gioco e nella ginnastica, ma soprattutto per la sua devozione a Maria.
Da piccola frequentava il Santuario della Madonna del Buon Consiglio, e prestava particolare attenzione alle predicazioni del mese mariano.
Sposò il giovane Angelo Maresca, ragioniere, di ottimi costumi e religioso praticante. Vivevano serenamente il loro matrimonio con la sola nota triste della mancanza di figli.
IL DONO PIU’ GRANDE DI DIO: “Incontrare Padre Arturo”
“E’ stato nell’ Aprile del 1945, perché il parroco dove io stavo lo invitò a venire a Torre Annunziata, nella Chiesa di San Francesco di Paola, per predicare gli esercizi al popolo; e così, io conobbi Padre Arturo.” (Madre Anna 12.01.1998). In quel periodo, Padre Arturo stava pensando di organizzare un secondo orfanotrofio.
“Il primo Novembre 1945 sorse nella Chiesa di San Francesco di Paola un bell’orfanotrofio. Che amore! Che gioia! Per me era il primo orfanotrofio, per Padre Arturo era il secondo, perché ne aveva già uno qui a Visciano” (Madre Anna 12.01.1998).
I coniugi Maresca, con la collaborazione di buone signore, tra cui la signora Matrone, ne assunsero la direzione. Il 19 Febbraio 1946, il signor Angelo fu colpito accidentalmente da uno sparo. Due giorni prima di morire, dopo aver perdonato con tutto il cuore l’uccisore, volle parlare in privato con Padre Arturo, e gli disse: “Padre Arturo… muoio sereno, non lascio mia moglie sola, ella resterà con voi e con i vostri orfanelli”. Padre Arturo capì dalle circostanze che era volontà di Dio dare inizio, con l’aiuto della signora Anna, ad una Congregazione Religiosa, tutta per la sua Opera. Così ebbe origine la Congregazione delle Piccole Apostole della Redenzione. Le prime suore sotto la guida di Madre Anna, con il desiderio di seguire Gesù con la Spiritualità e il Carisma di Padre Arturo, assunsero la direzione degli orfanotrofi da lui fondati. Il 5 luglio 1978 la Congregazione ottenne da S.S. Paolo VI il riconoscimento di Diritto Pontificio. Maria, la Madre Celeste, il 23 luglio 2000, giorno in cui era festeggiata a Visciano, onorata sotto il bel titolo di Consolatrice del Carpinello, prese con sé Madre Anna, per concederle il premio da lei meritato. La sua missione si realizza tutt’ora nel mondo attraverso l’opera delle Piccole Apostole della Redenzione, che continuano ad assistere i più poveri in tutto il mondo.
“Io, le mie suore, e pure Padre Arturo,
non facciamo nient’altro che il nostro dovere.
Il Signore ci ha chiamato, e noi abbiamo risposto
servendolo generosamente” (Madre Anna)